LA DOGANA

Nel periodo aragonese il doganiere e il personale appositamente addetto al servizio non solo dovevano interessarsi della conta ed alla riscossione della tassa, ma curare direttamente l’assegnazione ben distribuita ed oculata dei pascoli fiscali a seconda del tipo di bestiame, del numero dei capi, la qualità delle erbe a disposizione; controllavano la salute del bestiame stesso, i suoi movimenti per i luoghi stabiliti e dei tempi ritenuti opportuni : sia per lui che per una corretta crescita della vegetazione.

Curavano altresì la sicurezza dei passi lungo la rete tratturale e la buona tenuta dei medesimi percorsi, il rispetto delle normative stabilite sia da parte dei pastori che soprattutto dagli abusi esterni, in particolare per quanto riguardava l’eventuale occupazione e l’utilizzo improprio delle aree destinate al pascolo. Per questo vi erano delle squadre a cavallo apposite, con vere funzioni di polizia, che scortavano e proteggevano i movimenti del bestiame e davano accesso ai pascoli secondo quanto era stato assegnato, controllavano la loro integrità, lo stato e la buona tenuta dei tratturi.

I riposi, allora accuratamente riorganizzati e delimitati, costituivano i centri di tale coordinamento, il quale veniva anche scandito da apposite fiere e da mercati privilegiati. (1)

(1) L. Quilici, La transumanza nellItalia centrale in età moderna e medievale come contributo alla conoscenza di quella antica, in Ambiente e società pastorale nella montagna maceratese. Atti del XX Convegno di studi maceratesi, Ussita 29-30 settembre 1984, Macerata 1987, pp. 143-164.

 

Licenza Creative Commons
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.5 Italia.