VENAROTTA – PARROCCHIA DEI SS. COSMA E DAMIANO – CHIESA DI SAN FLAVIANO A CAPODIPIANO

CHIESA DI S. FLAVIANO V. E  MARTIRE DI CAPODIPIANO[1]

 

Nel nome di Dio e di San Flaviano Amen.

La chiesa di S. Flaviano di Venarotta è una delle due Parrocchie di detto luogo, il cui Rettore ha sempre avuto il semplice titolo di Parroco, la collazione è Farfense.

Essendo la chiesa di San Flaviano Farfense, paga il parroco bajocchi sette e mezzo ogni anno all’abate di Farfa a titolo di canone e ne riporta la ricevuta. E’una delle sette parrocchie della Congregazione di Venarotta, alla quale presiede il Sig. Pievano di SS.Cosma e Damiano di Venarotta come capo della Congregazione. In oggi sig. Giuseppe De Angelis nativo di Castello di Venarotta.

Il parroco di S.Flaviano esercita la giurisdizione parrocchiale in tutto il recinto della parrocchia, indipendentemente da ogni altro parroco. E per tal effetto ha il fonte Battesimale per la libera collazione del Sacramento del Battesimo. Fa la benedizione di esso nel giorno del Sabato Santo.

Ha il Ius intervenire alle Sagre Funzioni che si fanno alla chiesa Abbaziale di Venarotta, tanto il giorno 3 di maggio invenzione della S. Croce, quanto il primo e secondo giorno di Pentecoste. Per il qual effetto parte ad ora congrua al suono della Campana della Chiesa di S. Flaviano e proceduto dalla compagnia composta dai Confratelli vestiti di sacco e rocchetto col Lanternone Crocifisso e Confalone inalberati s’incammina processionalmente, cantando le Litanie di Maria SS.ma, vestito il Parroco di Cotta e Stola sino dentro la Chiesa di S.Francesco, ove è ricevuto al suono di ambedue le campane avendo il suo Jus di assistere ai Vespri, Messa Parata e Processioni in qualità di diacono all’Abate pro tempore di S.Francesco, il quale volendo assistere, deve farla in qualità di Suddiacono e mancando Il Pievano dé SS.Cosma e Damiano che ha il Ius di far da celebrante sottentra in di lui luogo il Parroco di S.Flaviano.

Le funzioni si fanno gratis senza che possa pretendere alcun pagamento Ne di questa precedenza si è mai risentito l’Abate pro tempore di San Francesco, per la ragione che essendo queste funzioni, che si fanno dalla Comunità devono precedere la Parrocchia e non l’Abbate il quale fa la sola figura di Rettore della Chiesa. La Giurisdizione della Parrocchia di San Flaviano comincia a Oriente dalla Stradella detta la Corsa e pigliando sopra la Rupe di là dalla Pozza, va per retta linea per la cima del Colle detto Le Cerreta sino a Tufo lungo. Di là discende pure in linea retta al Fosso e salisce verso Mezzo giorno in cima al Colle di Casacagnano procedendo cala al terreno di essa chiesa detto Piano della Chiesa e risalisce per il boschetto di Domenico Veramonti facendo angolo scende verso la Valle di Ponte Nativo comprendendovi il terreno della medesima chiesa che finisce immediatamente. La strada pubblica arrivando sino alla pendenza dell’acqua verso la valle detta di Ciampino di li retrocede verso Tramontana sino alla cima del Colle detto la Torre d’onde discende in tutta la pendenza dell’acqua sino al Torrente Filione, ed include il Molino di sopra della Comunità di Venarotta compreso anche il sito del vecchio Molino, che rovinò la notte della venendo la terza festa di Pasqua di Risurrezione dell’anno 1775… all’insù ad occidente per il Torrente ed arriva all’incontro con la chiesa di S. Stefano, ové un piccolo corso d’acqua passata la Palombara anticamente di Tommaso Ferra oggi di Bartolomeo Chiericoni alle Casette, qual corso d’acqua divide colla prepositura di Valcenante Diocesi di Fermo. Salendo di li secondo la pendenza dell’acqua alla cima della collina arriva sino alla Croce del Poggio includendo le castagne dove ha inizio il Fosso di Falso Gennaro e scendendo a Tramonatana abbraccia tutto il sito che resta di qua dal Fosso di Falso Gennaro venendo in giù dal Fosso verso Oriente sopra Le Moglie di malizo, la stradella che va da piedi alla Moglia del sig. Abate Massini si riunisce alla strada che va in Ascoli per la quale retrocedendo sino al principio del Colle Alto il Girone comprende tutta la pendenza dell’acqua di esso Colle divisa dalle Coste e per la stradella che sta su dalla metà della salita va a riunirsi con quella della Corsara, donde si è principiata la presente descrizione. Per tutta questa estenzione si decima dal Parroco prendendo una porzione per ogni venti di grano, segola,vino, canepa e lino. Eccettuato tutto quel tratto di territorio che resta ad occidente e mezzogiorno detto le vigne e Fornaci separato dalla strada che venendo dal Molino di Venarotta arriva fino alla Croce strada da questa sino alla stalla del sig. Vincenzo Ferri di dove discende la strada detta il Pozzo sopra la Fornace di Giacomo Ferrucci, passando il Fosso, va a riunirsi colla strada che va a Valcenante sopra la Palombra di Bartolomeo Chiericoni. Nel qual sito si decima dal Rettore pro tempore del Beneficio di san Giovanni Evangelista. Tutto il territorio ha per confinanti ad Oriente e Tramontana la Parrocchiale di SS.Cosma e Damiano di cui è Rettore Don Giuseppe De Angelis Ad oriente e mezzo giorno la Parrocchiale di S. Stefano di Marsia di cui è Rettore Don Francesco Fratini da Casalena.

Ad occidente la Parrocchiale di S.Maria a Corte nella Diocesi di Fermo di cui è rettore Don Loreto Battistini da Palmiano.

Il giorno della domenica di Pasqua immediatamente dopo il Rosario e così la terza festa in cui si da la Benedizione nel corso della Predica il Predicatore è servito dai Sindaci del SS.mo Sagramento in quanto alla provvista del letto ed utensili di cucina come pure della legna, pane, vino e legumi che si devono somministrare dal popolo su richiesta dei Sindici li quali devono andar a prender tutto alle rispettive case. Il Parroco ritiene nel Molino di Sopra della comunità la Casetta dove si conserva la farina che si esige dal molinaro per le Anime. S. del Purgatorio e piena che sia la Casetta si prende la farina dal sindico pro tempore e si vende all’incanto davanti la chiesa e del denaro se ne fanno gli Offici il Parroco prende due paoli con l’obbligo di una messa cantata e di somministrare ai sacerdoti che v’intervengono cera, ostia e vino qual obbligo è ancora in tutti gli altri offici che si fanno infra annum prendendo l’istessa somma di due paoli Eccettuato il primo Officio che si fa in occasione di alcun morto nel quale riceve paoli tre e l’avanzo di tutta la cena servita per il funerale.

La chiesa parrocchiale di S.Flaviano ha per titolare questo Santo Patriarca di Costantinopoli e Martire: la di cui festa sebbene nel Martirologio Romano si ponga il 18 febbraio in questa chiesa vien celebrata “ab immemorabili” alli 24 di Novembre uniformandosi alla chiesa di Recanati e Messa di S. Tommaso Cantauriense posta nel Messale dopo le feste del del SS.mo Natale addi 29 dicembre (Tommaso Becket 21 dicembre 1118 – Canterbury, 29 dicembre 1170).

La chiesa di S. Flaviano è situata nel territorio di Venarotta Diocesi di Ascoli di giurisdizione Farfense annoverata tra le chiese Farfensi nel ”Motu=Proprio di Benedetto XIV del 4 agosto 1747…” “et aliam S.Flaviani loci seu Ville Venarupte”.

Piantata in cima ad un piccolo Poggio voltata ad Oriente ha due navate divise in mezzo da due gran pilastri e tre archi ed il Cimiterio nella Sagrestia. Ha tre sepolture due per adulti ed una per gli Innocenti.

Nella principale navata entrasi per il Portone grande ovato di travertino con scalinata al di fuori sei scalini ed altri cinque dentro. Fusti di noce antichi in stato mediocre ed un grosso catenaccio

Il tetto è fatto a 7 travi cavalli messo a mattonelle. E’ lunga palmi 70 larga palmi 28 alta nelle pendenze palmi 26[2]. Da capo esiste in mezzo l’Altare Maggiore ove si conservasi di contiunuo il SS.mo Sagramento Nel quadro di esso altare vi sono dipinti in tela San Flaviano e San Giovanni Battista ed in gloria lo Spirito S. che scende dal cielo. La cappella è di legno sostenuta dai suoi pilastri e da 4 colonne . Il tutto in parte dipinto a vari colori ed in parte dorato a oro buono, di sopra il baldacchino. La mensa è fatta a stucchi di gesso a forma di urna.

Esistono sopra lo stesso altare tre tovaglie le due superiori di tela di canepa nostrale contornate da tre lati di merletto ordinario, l’altra inferiore parte bianca e parte rigata a liste forchine la stragola di tela stampata e legio di noce il tutto in buono stato ed una campanella di peso once sette.

Riposano sopra il medisimo altare tre scalini di legno svenati sopra il primo è posto il Cibario di legno parte indorato e parte dipinto assai antico col millesimo 1580 =col cuppolino amovibile in maggior parte indorata crocetta indorata e coperta da conopeo di stoffetta di seta in buona stato. A esso nel davanti è attaccato un Crocifisso di ottone alto otto palmi due largo

Il ciborio ha il suo sportello ovato munito di serratura e due chiavette, una di ferro e l’altra d’argento foderato al di dentro di peso libbre 2. Lateralmente alla navata esiste l’altare del ss.mo Rosario col quadro in tela rappresentante il Rosario colli 15 misteri in giro, Maria SS.ma il S.Bambino, S. Domenico, San Pietro Martire, San Carlo Borromeo e S.Flaviano.

La cappella è di legno sostenuta da pilastri: La cappella è pavimentata di legno sostenuta da pilastri e due colonne tonde stuccate il tutto verniciato e indorato a oro buono. Di sopra il baldacchino e di sotto la Pradella di uno scalino di gesso con in mezzo una tavola incassata con pittura di Maria SS.ma.

Sopra la mensa vi sono di fronte due scalini di legno dipinti, nel mezzo di essi un ciborio dell’altezza di un palmo e mezzo verniciato e indorato a vernice foderato aldi dentro con sportello munita di serratura e chiave di ferro; sopra di esso un quadro alto palmi 3 e largo 2 con l’immagine di S. Luigi Gonzaga con cornice indorata a vernice.

Sta appeso al muro un quadro alto palmi 6 largo 4 nel quale si rappresenta in tela il martirio di S. Eurosia Vergine e Martire espresso da Alessio Moderati, ascolano, con la sua cornice indorata a vernice. Il tutto fu fatto d’elemosina l’anno 1780 e vi fu speso per la pittura e tela scudi 8, per la cornice 70 baiocchi e per l’ indoratura scudi uno e baiocchi 50.

Tra l’altare del Rosario e quello del SS.mo vi è il Pulpito di tavole verniciate col Crocefisso e Scala di legno e sotto di esso un credenzino foderato con sportello munito di serratura e chiave dentro il quale si conserva il vasetto d’argento con olio degli infermi.

Nella facciata da piedi in contro l’altare maggiore sopra il portone vi stà un’arma in tela del Card.Barbarini,abate di Farfa.

A mano destra del portone esiste il Battistero dentro una credenza nel muro nella quale vi è una conca di rame col suo coperchio e ramajuolo

Le memorie di questa chiesa

Sull’architrave in fuori vi è intagliato in basso rilievo 1675, sopra il quale vi è attaccato un quadretto di 2 palmi di altezza con l’immagine di Gesù Cristo battezzato da Giov. Battista

A mano sinistra sta fisso nel muro,elevato da terra vi è un credenzone entro il quale conservasi uno stentardo del SS.mo Rosario dipinto in tela coll’immagine da una parte di Maria SS.ma del Rosario col S. Bambino, S. Domenico e S .Caterina da Siena e dall’altra parte S.Flaviano.  opera del Sig. Nicola Monti ascolano.

Quale stendardo fu fatto di nuovo l’anno 1773 a spese della Compagnia del Rosario. Nella stessa navata vi sono due confessionali con inginocchiatoi. Vi è anche un “baccile” tondo di pietra per l’acqua santa, sostenuto da una colonnetta di travertino.

La seconda navata, la quale al di sopra nel tetto è parte in mattonelle e parte a volta, è lunga palmi 86, larga palmi 22, alta nella pendenza palmi 18.

Da capo, verso oriente esiste l’altare di S. Antonio Abate, nel quale è il quadro in tela coll’immagine di Maria SS.ma col S. Bambino, S. Antonio Abate, S. Emidio, S. Giacomo Apostolo e S .Francesco di Assisi.

In esso altare esiste uno scalino murato sul quale sopra un piccolo banchetto di tavole, un quadretto tondo con cornice indorata con l’immagine di S. Giuseppe dipinta su tela alta un palmo e mezzo con suo piedistallo in buono stato. La cappella è fatta di gesso svenato di cui è fatta anche la mensa in forma di urna, sotto la quale vi è un’Arma della casa Carboni espressa in gesso a basso rilievo appostavi in occasione che fece ridurre la Cappella nello stato presente. La cornice attorno l’altare è parimenti in gesso di cui sono parimenti i due angeli di statura grande in atto di sostenere il quadro. opera del celebre Lazzaro Giosaffatti di Ascoli.

Da piedi a detta navata è l’altare di S. Apollonia ov’è dipinta afresco S.Apollonia  che ha a man destra S. Stefano protomartire, a sinistra S. Carlo Borromeo. Pittura fatta fin dall’anno 1620, come apparisce dal millesimo. Attorno alla pittura vi è la cornice di gesso contornata con festoni di fiori dipinti. Al di sopra vi è dipinto in piccolo ovato  S .Michelarcangelo. Tutto questo ornato,la predella con lo scalino,fu fatto ,col permesso del parroco Don Marc’Antonio Cantalamessa, nel 1765. In mezzo a detti scalini riposa una credenza di legno alta palmi 3 e larga 2 con dentro un osso di considerevole grandezza  di S.Flaviano protettore un altro osso di S.Mario ed altro di S.Severa Martiri. Reliquiario di legno alto palmi due compreso il piede amovibile di figura ovata  inparte indorato con entro un considerabile pezzo d’osso ora ridotto in più pezzi di S.Orso Martire. Altro reliquiario di legno a fogliame indorato con un pezzetto d’osso del Beato S.Serafino

Terreni della medesima chiesa:

XIII Terra con poche querce in contrada Grotta ossia piano della Chiesa Da capo Giuseppe Catalini da Casacagnano. Venduto al Sig. Emidio Veramonti l’anno 1825.

XVI Contrada Ripe de Santi

 

 

 

[1] Dall’Inventario registrato dal parroco Giacomo Vandolini nel 1783

[2] un palmo= cm 25

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