Gherardo Segarelli

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 “Troverai più nei boschi che nei libri, alberi e rocce ti insegneranno ciò che nessun maestro ti dirà”

(Bernardo di Chiaravalle)

Gherardo Segalelli o Segarelli (Segalara, 1240 circa – Parma, 18 luglio 1300) è stato un predicatore millenarista italiano, bruciato sul rogo come eretico.

Ebbe un notevole successo fra gli umili in tutta l’Emilia e i suoi seguaci, i fratres et sorores apostolicae vitae o semplicemente apostolici o minimi, diventarono anche più popolari dei francescani. Si chiamarono “Apostolici” perché vollero imitare in tutto i primi apostoli di Cristo.

 

Al di là di tutto l’armamentario delle accuse inquisitoriali che in un caso come questo veniva elaborato, il vero delitto che non poteva essere perdonato a Segalelli fu l’aver annunciato la possibilità di un incontro diretto tra l’uomo e Dio. Questa tesi infatti, benché in Segalelli non risulti alcuna critica esplicita alla Chiesa di Roma, presuppone implicitamente la superfluità di una struttura di mediazione tra uomo e Dio, l’inutilità di una organizzazione che amministra Dio trasferendolo a sé, in pratica “requisendo” il concetto stesso di divinità. La possibilità di un rapporto diretto tra gli uomini e Dio è il senso vero della famosa frase di Segalelli: Paenitentiagite, quia appropinquabit regnum caelorum (“Fate penitenza, perché il Regno di Dio arriverà”), che per chi la pronunciava significava anche: “Costruite, o costruiamo, un modello di società ispirato alla rinuncia, alla povertà, per poter incontrare Dio che ci viene incontro”

Così descrive la circostanza fra Salimbene de Adam da Parma, nella sua Cronica: “Siccome sopra il coperchio della lampada della fratellanza del beato Francesco erano dipinti tutt’intorno gli apostoli con i sandali ai piedi, avvolti in mantelli sulle spalle, egli rimaneva a lungo a contemplarli e di qui prese la sua decisione. Si lasciò crescere barba e capelli, prese i sandali e il bordone dei frati minori, perché tutti coloro che si propongono di creare una nuova congregazione rubano sempre qualcosa all’ordine francescano. Poi si fece fare una tunica di tela ruvida e un mantello di filo molto grosso, che portava avvolto al collo e alle spalle, convinto così di imitare l’abito degli apostoli.”

I concetti salienti della predicazione di Segalelli sono:

    • Un Dio “democratico”, che stabilisce una relazione personale con tutti coloro che vivono in povertà, senza bisogno di mediazioni interpretative,
    • L’imitazione di Cristo come norma di vita per i cristiani,
    • La necessità di mettere in pratica il Vangelo in modo integrale,
    • Il rifiuto di qualsiasi accumulo di beni materiali,
    • La comunione dei beni,
    • Il rifiuto di qualsiasi gerarchia,
    • L’uguaglianza tra uomini e donne,
    • Un approccio al mondo ispirato all’innocenza dei fanciulli,
    • La libertà dei cristiani.

Si conserva qualche stralcio del verbale del processo:[5]

« Richiesto se un uomo possa toccare una donna che non sia sua moglie, e una donna possa toccare un uomo che non sia suo marito e palparsi vicendevolmente nelle zone impudiche standosene nudi e che ciò possa essere fatto senza ombra di peccato […] rispose che un uomo e una donna, sia pur non uniti in matrimonio, e un uomo con un uomo e una donna con una donna possono palparsi e toccarsi vicendevolmente nelle zone impudiche. Disse che ciò può avvenire senza ombra di peccato a condizione che vi sia l’intenzione di pervenire alla perfezione…non riteneva che tali palpeggiamenti impudichi e carnali fossero peccaminosi, anzi potevano essere fatti senza peccato in un uomo perfetto. »
E questo era già sufficiente per mandarlo al rogo a Parma il 18 luglio 1300.

 

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