I santuari – giova ribadirlo – sono luoghi della memoria dove è accaduto qualcosa di straordinario; stanno a ricordare un intervento soprannaturale: teofanie, mariofanie o ierofanie. Ma ci sono anche luoghi eletti perché legati al ‘passaggio’ di una persona di santa vita. Gli uni e gli altri hanno la capacità di attrarre fedeli che vi si recano per la terapia del corpo e/o dello spirito.
Il titolo del santuario e i numerosi affreschi votivi stanno ad indicare che il santuario era frequentato, mentre dal citato racconto di fondazione, dipinto entro la nicchia, non si deduce che la Vergine abbia affidato al bambino una particolare missione, come di norma accadeva nella “mariofanie” coeve
Il fatto però che Maria regina stringa con la sinistra un pane, simbolo dell’eucaristia, parrebbe essere una variante dell’apparizione della Madonna dell’Olivo, la mariofania avvenuta ad Assisi e legata al movimento dei Bianchi
In successo poi di tempo, nell’anno 1592, alli 4 di maggio, stando a mondare il grano la famiglia di Angelo del Prete, padrone del campo, dove hora è fatta una parte di questa chiesa, messero un loro figliolino piccolo di tre anni in circa dentro questo Mausoleo con le loro robbe, e mentre essi se ne stavano fatigando in mondar detto grano, il figliolino dimandava il pane alla madre, ma vedendo che la madre non veniva per darglielo si rivolse verso questa santissima immagine della Madonna, credendosi per simplicità esser una donna viva, come l’altre, importunandola a volerli dare il pane, come si crede li desse per le parole che riferiva il putto, dicendo a sua madre che questa femina bella li haveva dato il pane e dato anche bere in una tazza bellissima; del che stupiti tutti di questo fatto renderono gratie alla Regina del Cielo e il detto figliolino sempre dicea che voleva portare ancor lui il pane alla sua Madonna. Quale piacque al Signore richiamarselo in paradiso, poco tempo dopo. Allo otto poi di maggio poi, sentitasi e divulgatasi la fama di questo miracolo, concorsero molti devoti e devote donne e, fra le altre, una inferma di mali occulti et incurabili, condotta che fu dentro a questa grotticella di vero sepolcro antico, dove sta dipinta questa santissima immagine e a lei raccomandatasi con molte altre donne, subbitamente fu liberata e ritornò a casa da se stessa camminando.
La Madonna a cavallo, quale viene rappresentata a Caso, sembra priva di modelli, in quanto la relativa iconografia non trova riscontri nelle Sacre Scritture – durante la fuga in Egitto la Madonna è rappresentata seduta in groppa ad un asino o tutt’al più di un mulo, con in braccio il Bambino – e neppure nella letteratura agiografica o miracolistica che, a mia conoscenza, ignora “Madonne a cavallo”. Stante l’area, assai vicina a Norcia e alla catena della Sibilla, non è tuttavia da escludere una contaminazione con le storie di fate e di cavalieri che circolavano tra i pastori che frequentavano i pascoli dei Monti Sibillini Ulteriori Informazioni