I CAMMINI DEL SACRO
“Il paesaggio è parte integrante della vita di ognuno, ed è quindi impossibile estraniarsi e osservarlo dall’esterno.”(1)
Lo spazio sacro perde le delimitazioni concrete (materiali) per integrarsi in un vero e proprio sistema simbolico.
La Chiesa viene identificata come santuario terapeutico ed è sempre, in qualche modo, associata a una sorgente, a un albero, a una roccia.
La Roccia, esprimere il valore sacro trasmettendolo allo spazio ben delimitato intorno a lei.
L’Acqua e la sorgente diventavano vive e sono assimilate al sangue della terra che dona la vita. Quell’acqua primordiale rigenera e dissolve il male.
Gli Alberi alberi di vita sono alberi cosmici e dimora della divinità.
Le Erbe terapeutiche e salutari identificavano i luoghi e la loro sacralità con i loro simboli, i loro odori e sopratutto con la loro valenza terapeutica.
In sintesi tutti questi luoghi diventano pregni di sacralità, di epifania, di terapia, ma anche di paura. Sono siti, in altre parole, protettori della fecondità, della gravidanza, del parto, dell’allattamento, della fertilità della terra e del richiamo o dell’arresto delle piogge.
“IL SENTIERO POPOLA L’ESPERIENZA SENSORIALE DEL VIAGGIATORE”
(1) Gabriel Cooney, Paesaggi sacri e profani nell’Irlanda neolitica in AA.VV. Luoghi di
culto culto dei luoghi Sopravvivenza e funzione dei siti sacri nel mondo Ecig Genova
1996, p.59
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