Con il termine transumanza si intende lo spostamento del bestiame in particolare quello ovino, che con il mutare delle stagioni viene trasferito dalla montagna alla pianura per passarvi l’inverno e viceversa dalla pianura alla montagna per passarvi l’estate. Il fenomeno, pertanto, non è una semplice consuetudine, ma è stata la naturale risposta che l’economia pastorale ha dato alle condizioni imposte dalle circostanze climatiche ed ambientali: più alta e ricca di acque e di erbe è la montagna, più bassa e calda e secca è la pianura in estate , tanto più attivi si fanno in proporzione i movimenti della transumanza. Il doppio insediamento temporaneo si attua con 5 9 mesi in pianura durante l’inverno e con 3 4 mesi in montagna durante l’estate .

In genere si parte per la pianura a fine settembre o a inizio ottobre e si torna in montagna tra fine maggio e metà giugno. Gli spostamenti non debbono subire assolutamente modifiche e ritardi per l’inizio delle stagioni e la crescita delle erbe; da ciò ne deriva da sempre, l’importanza delle date fisse, scandite dalle fasi lunari, dalle festività, dalle fiere.

La transumanza riveste naturalmente anche un grande valore antropico ed economico: col bestiame si spostano gruppi numerosi di pastori che vengono a staccarsi dal ceppo originario e nel caso di intere famiglie, le sedi di partenza restano con più evidenza meno densamente abitate e più popolata invece diviene la regione di arrivo.

La tipica produzione laniera avviene una volta all’anno, con la tosa collettiva che si attua tra la primavera e l’inizio dell’estate.

Il movimento dei bovini e degli equini riguarda i brevi spostamenti locali, la cosiddetta transumanza verticale, che si svolge su brevi percorsi, quasi nell’ambito della stessa vallata: gli abitanti della pianura mandano d’estate il loro bestiame sul monte, non tanto per mancanza di pascolo, quanto per irrobustirlo. Le pecore pertanto restano quindi l’oggetto della vera transumanza.

I derivati delle selezioni più o meno antiche che oggi si presentano nell’Italia centrale sono soprattutto la Vissana o la Sopravvissana, più grande e completa questa, derivata dall’altra mediante l’incrocio con la Merina di Spagna. La pecora Vissana è quella più simile alla pecora classica d’età romana. Il cane classico del gregge d’età romana (testimoniato dai resti osteologici e da altri ritrovamenti archeologici) è il grande cane bianco abruzzese.(1)

(1) L. Quilici, La transumanza nellItalia centrale in età moderna e medievale come contributo alla conoscenza di quella antica, in Ambiente e società pastorale nella montagna maceratese. Atti del XX Convegno di studi maceratesi, Ussita 29-30 settembre 1984, Macerata 1987, pp. 143-164.