LA SACRALITÀ DELLE ACQUE E IL LAGO DI PILATO

Lago di Pilato

Il Lago di Pilato si presenta come naturale completamento magico della grotta della Sibilla, la presenza degli specchi d’acqua è costante nell’antichità presso i luoghi di divinazione. Lo specchio d’acqua, diventa un luogo di comunicazione e di relazione diretta con il mondo dei morti.

Il primo documento che attesta la fama diabolica del Lago è un passo tratto dal Reductorium morale di Pierre Bersuire, databile nella seconda metà del secolo XIV. Nel brano in questione, si parla dell’esistenza presso Norcia di un lago consacrato dagli antichi ai demoni a cui nessuno, eccetto i negromanti, può avvicinarsi senza correre il rischio di essere rapito. Per ostacolare l’ascesa dei negromanti vi sono stati costruiti intorno dei muri di cinta sorvegliati da guardie. La città di Norcia inoltre è sottoposta ogni anno ad una pesante vessazione:sacrificare un proprio cittadino ai demoni del lago per evitare di essere distrutta dalle tempeste.
Segue la testimonianza di Fazio degli Uberti nel Dittamondo del 1370 parla della presenza sul Lago di negromanti:

La fama qui non vò rimanga nuda
del monte di Pilato, ov’è un lago
che si guarda la state a muda a muda
perché, quale s’intende in Simon Mago
per sacrare il suo libro là su monta
ond’è tempesta poi un grande smago
secondo che quei di là si conta.

Pietra presente al Lago di Pilato con iscrizione

Un predicator di Foligno,  fra Bernardino Bonavoglia:Dicesi che presso Norcia sia un monte, e quivi un lago, detto di Pilato, essendo opinione quasi di molti che il corpo di lui fosse quivi portato dai diavoli sovra un carro tirato da tori. E da luoghi prossimi, e da remoti, si recano colà uomini diabolici, e formano are con tre circoli, e ponendosi, con alcuna offerta, nel terzo circolo, chiamano quel diavolo che vogliono, leggendo il libro che da esso debba essere consacrato. E venendo il diavolo con grande stupore e clamore, dice A che mi citi? Risponde: voglio consacrar questo libro: voglio cioè che tu ti obblighi a fare quanto in esso è scritto, quante volte io te ne richiederò, e in premio ti darò l’anima mia. E così fermato il patto, il diavolo toglie il libro, e vi segna alcuni caratteri, dopo di che egli è pronto a fare ogni male, quando altri lo legga.

Nikolaj Konstantinovič Roerich

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