Testi raccolti e selezionati nel corpus delle Narrazioni

Le Streghe

Delle streghe avevamo paura…

Quando abitavo nella vecchia casa …A un certo punto sentimmo un sibilo nell’aria..Il martedì e il venerdì, di notte, sentivi come se nell’aria passava una cavalla che porta i sonagli..

Nelle notti di luna piena si sentivano questi sonagli per l’aria e erano le streghe…

Bisognava stare attenti quando si battezzavano i bambini perchè se si sbagliava una parola, invece di dire  “si vuole” dici “si vola” quella bambina diventerà strega…Se era maschio invece diventava orso mannaro…

A casa nostra mio nonno aveva le cavalle e il sabato non faceva altro che “strecciare” la criniera delle cavalle…Le streghe il venerdì intrecciavano la criniera delle cavalle…”Vedessi che treccine piccole piccole; ma come fanno a intrecciarle così!” diceva mio nonno a mio padre…Prima succedeva…Ancora succede perchè ancora qualcuno si sbaglia con il battesimo…dicono che quelle che vanno in stregoneria a un certo punto non ti rispondono più e partono, diventano streghe…Ai tempi nostri c’era un giovanotto che gli fu detto che la fidanzata andava in stregoneria…Allora questo si mise con l’intenzione di scoprire se era vero e un venerdì rimase a casa della sposa con un paio di forbici…A una certa ora infatti la sposa gli disse di andare via perchè voleva andare a letto..A un certo punto lei si alzò, si spogliò e volò via…

La madre gli disse che se voleva salvarla doveva dargli una “pungicata” con una spilla e farle uscire il sangue..Infatti il martedì dopo lui andò a casa della sposa con un paio di forbici…Quando lei lo invitò ad andarsene e fece per volare via lui la ferì con le forbici e le fece uscire del sangue…Lei allora si rimise a sedere e passò la mezzanotte…Era guarita…Bastava fargli uscire una goccia di sangue…

Se si metteva il pettine dentro l’acquasanta la notte di Natale quelle che facevano le streghe non potevano uscire dalla chiesa..Però era pericoloso farlo perchè se si accorgevano di chi l’aveva messo non lo facevano più riposare, lo mangiavano..

Le streghe si radunavano nei croce strada e lì si sentiva la puzza di olio bruciato….Mio padre raccontava che tre giovanotti andavano a “fare l’amore” una sera quando incontrarono un gruppo di donne. Allora dissero: “Dove andate belle fantelle (ragazze)” Quelle, che erano streghe, risposero: “Se lo cagnolino non portassi te lo farei vedè se strega fossi”. Per fortuna i ragazzi avevano i lacci delle scarpe fatti di pelle di cane come allora si usava.

C’era una donna grassa e grossa e dicevano che quella era una strega. Si diceva che faceva le “more” (ematomi) ai bambini perchè gli succhiava il sangue e i bambini non crescevano… Io si, le ho viste, portavano le ali e strillavano; come degli uccelli ma grandi… ne erano cinque o sei. e saltavano da una quercia all’altra. Dopo la povera mamma diceva che prima di partire si ungevano con un olio. Mio marito l’ha viste tante volte, però non ci potevi parlare perchè sennò ti si buttavano addosso e ti mordevano. Mamma le ha viste che si ungevano e iniziarono a trasformarsi, poi uscivano fuori e via, volavano.

Anche a mia nonna successe la stessa cosa. Il nonno stava male e gli fu detto: “Guarda che te lo frega lu cattivo”. Allora il nonno fu messo in “quarantana” e una volta nonna una volta papà facevano la guardia. Uno scaldaletto fu messo vicino alla buca dei gatti cosicché si sarebbe sentito il rumore se entravano. Una sera dopo la mezzanotte si sentì questo rumore. Mio padre andò in camera e ci trovò il gatto e lo massacrò di botte: lo prese per le zampe di dietro e lo sbatté cinque sei volte per terra con la testa.

C’era una donna del vicinato che per qualche giorno non si vide più. Mia nonna allora andò a vedere se stava male. “O sora Ciola, che hai fatto? chiese mia nonna. “La prodezza di tuo figlio; vedi come mi ha ridotta?” “Ma se quello è un pezzo di pane che non fa male a nessuno” disse mia nonna. “Eppure a me ne ha date tante”. Era tutta gonfia e massacrata. “Ma non è colpa mia, io sono mandata” disse quella. “Io non verrò più, disse, però acqua in bocca altrimenti le altre mangeranno te, tua madre e tuo nonno”.

Una di queste streghe faceva l’amore con un giovanotto del paese. Gli altri gli dicevano al giovane:”Guarda che la tua fidanzata va in strega”. Ma lui non voleva crederci. Allora si presentò a casa della fidanzata un venerdì (prima il martedì e venerdì non si andava a fare l’amore) dicendo che era venuto per mangiare dei lupini con lei. Ma lei ogni tanto lo esortava ad andare via e guardava verso il camino. Lui voleva rimanere e a un certo punto la ragazza iniziò a pettinarsi le trecce e sciolse i bei capelli. Lui disse:”Ma che fai ti pettini?” “Stamattina non mi sono pettinata” disse lei. Quando uscivano le streghe erano vestite da gran signore, era come se andassero ad una festa. A un certo punto sul tetto si sentirono canti e suoni e lei si avvicinò al camino per uscire trasformata in uccello. Ma il fidanzato era andato premunito e tirò fuori un punteruolo con cui l’infilzò sotto un piede facendole uscire del sangue. Quella ricadde a terra e gli disse: “Mi hai salvata”. Lui rispose:”Ti ho salvata ma non ti sposo più”. E non ci tornò più.

Contro le streghe, sui crocevia, si mettevano i forconi incrociati. Le streghe erano come gatti. Erano quelle persone che al battesimo erano state battezzate con la parola volo. C’era un fidanzato che aveva come ragazza una strega allora le persone gli dicevano vai dai lei il venerdì. Lui andò a trovarla ma lei ad un certo punto gli disse che doveva andare via. Lei andò ma lasciò la sua ombra. Lui tornò a casa, ma durante il tragitto su di un crocevia, sopra ad una pianta, iniziò a sentire le streghe. Queste scesero e se lo mangiarono e lasciarono solo lo scheletro.

Per proteggere i bambini dalle streghe, dentro casa si metteva un sacchetto con il panico mischiato in mezzo alla terra fina o in mezzo alla farina…Dicevano che finché le streghe uno avevano trovato tutti i chicchi non toccavano i bambini…Si metteva con un sacchetto dietro la porta o la finestra…

Per quanto riguarda le streghe posso raccontare una storia che mi ha raccontato mia madre. Anticamente d’estate si andava a “scartocciare” il granturco. Una sera mia madre e altri due ragazzi erano appena partiti per andare a scartocciare quando, poco distante da casa, si avvicinarono due gattini. “Chi saranno questi gatti?” dissero i ragazzi, scherzando sul fatto che i due gatti fossero delle persone trasformate. Dopo il lavoro a notte inoltrata tornarono indietro. Dove avevano incontrato i gatti c’era una quercia e quando giunsero all’altezza di questa quercia sentirono delle urla e dei rumori spaventosi tra i rami. Era un macello.

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